giovedì 18 novembre 2010

antico


A me è successo per caso.
Non ho trovato nessun tavolo che corrispondesse ai miei canoni di tavolo, nulla che potesse stare bene con ciò che avevo già scelto per la cucina, niente di affascinante e tantomeno niente che potesse almeno passare inosservato (almeno avrei avuto la "consolazione" di non accorgermi di una presenza stonata).

Poi arriva uno splendido regalo: il tavolo di mia nonna. In olmo massiccio, stile povero, con le gambe tornite di ottima fattura, un piano leggermente imbarcato dall'età e un cassetto con la maniglia ossidata. Me lo regala mia mamma. E' lui. E' il mio tavolo.

Riverniciato bianco, decappato per la precisione, per conservare quel sapore di antico, per sposarsi con l'insieme e per attirare l'attenzione.
E' il pezzo a cui tengo di più di tutta la casa, ne sono innamorata: per la sua bellezza e per quel che mi ricorda. Io occupo il posto che mi spettava da piccola e la schiaffina quello dello zio, a capotavola, che mi prendeva sulle ginocchia a giocare quelle domeniche pomeriggio.
La cicliegina sulla torta è arrivata qualche giorno fa: la ricevuta di pagamento del falegname. Classe 1950, descrizione dei lavori, la firma di mio nonno sulla carta ingiallita e fragile.

Le immagini sono prese da qui, e consiglio un tour sul sito.

2 commenti:

  1. sono passata di qui a conoscerti :-)
    ho letto del tavolo della nonna! io sarei svenuta dall'emozione, forse anche perché non conosciuto nessuno dei miei nonni e certe magie mi mancano.

    tornerò a trovarti ancora!

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  2. sono davvero onoratissima della tua visita!

    ancora oggi non so se sono più emozionata per il tavolo o per la ricevuta...

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