Il bianco è una filosofia di vita oppure lo odi.
Strana prerogativa per il colore che è tutti colori, che è la luce.
Comunque, io sono una di quelle che ne subisce il fascino e sono anche il caso di una legge del contrappasso mancata: vivo l’infanzia e l’adolescenza in una camera bianca e non perdo giorno per reclamare la voglia di colore contestando puntualmente le scelte cromatiche del genitore di turno.
Finalmente l’occasione di poter decidere di un ambiente, ormai in età matura, in quasi totale libertà e che colore scelgo? Il bianco.
Quindi non sapevo di amarlo. Mi ha scelta lui.
Lo ammetto: mi sono fatta tentare e di recente ho avuto una parentesi colorata ma tra noi non ha funzionato. L’ho scelto consapevolmente, l’ho pianificato. Niente: alla prima occasione sono tornata sui miei passi.
Bianco.
Ma sentite come lo voglio.
Il total white lo trovo respingente. Troppa luce, troppa violenza. Ti assale e non trovi riparo, non hai riposo ovunque volgi lo sguardo. Ti mette in una situazione emotiva pesantissima e tesa, alle volte ho come l’impressione di sentirmi nuda su una superficie fredda.
Il bianco lucido è da dosare con estrema cura. Riflette tutta la luce che ha dentro. Troppo rumore per nulla.
Il bianco va stemperato. Ecco la sua formula vincente.
Chiama vicino qualcosa di non bianco per rivelarsi tale ed essere apprezzato.
Allora il pavimento, il soffitto, gli arredi o altri elementi della stanza devono avere altri colori, altri materiali.
E qui gli amanti del bianco si dividono.
Quelli che giocano con i colori caldi, rigorosamente opachi, i pastello, i colori tenui, della terra o il caldissimo legno (in tutte le essenze) il cui fine è un ambiente rilassato e silenzioso.
E quelli delle tinte forti e delle laccature che ravvivano il accendono l’ambiente e parlano a voce alta.
Tanto più marcato e acceso è il contrasto e più i colori si avvicinano a quelli primari tanto più l’effetto è chiassoso (e tanto più non sono ammesse variazioni sul tema colore per non creare stonature).
Io sono per gli ambienti che parlano sottovoce, che creano ambienti intimi.
L’ atmosfera sospesa dove la luce non è limpida ma appena sporcata da polvere e umidità.
Il bianco è luce, quindi sole, quindi vita.
Ma questo lo dice chi è innamorato del bianco.